Le ambiziose strategie UE per il futuro dell’Europa digitale
Con la nuova strategia digitale la Commissione europea punta a un’economia “dinamica e sostenibile”. E a recuperare terreno nello sviluppo digitale, fin qui dominato da Stati Uniti e Cina, facendo leva sul tessuto industriale europeo. Presentato ieri a Bruxelles, il nuovo piano strategico ha due punti cardine: la centralità delle persone e la sicurezza delle tecnologie digitali, con una particolare enfasi sull’intelligenza artificiale.
“Oggi illustriamo la nostra ambizione di plasmare il futuro digitale dell’Europa”, ha dichiarato la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. “La strategia copre tutto: dalla cybersicurezza alle infrastrutture critiche, dall’istruzione digitale alle competenze, dalla democrazia ai media. Voglio un’Europa digitale che rifletta il meglio dell’Europa: apertura, equità, pluralismo, democrazia e sicurezza”.
I tre obiettivi per lo sviluppo digitale
L’ambizioso progetto di rendere “l’Europa un leader digitale su cui contare” si base su tre obiettivi chiave su cui la Commissione si focalizzare nei prossimi cinque anni: una tecnologia al servizio delle persone, un’economia equa e competitiva, una società aperta, democratica e sostenibile.
“Vogliamo che tutti i cittadini, tutti i lavoratori e tutte le imprese abbiano pari opportunità di godere dei vantaggi della digitalizzazione”, ha spiegato la commissaria Margrethe Vestager. “Parlo di maggiore sicurezza alla guida o di minore inquinamento grazie alle automobili connesse oppure di salvare vite grazie alla diagnostica per immagini alimentata dall’IA, che permette ai medici di riconoscere le malattie più precocemente che mai”.
I punti di forza da cui partire sono il patrimonio di ricerca, innovazione e ingegnosità che caratterizza l’Europa e la sua solida base industriale, che ha creato un’ampia raccolta di dati, il cui potenziale non è ancora stato sfruttato.
Con le nuove strategie la Commissione europea si propone di dare regole chiare e definire linee guida per arrivare a “creare un vero spazio europeo dei dati”. Il primo passo sarà istituire un quadro normativo per la governance dei dati, l’accesso ai dati e il riutilizzo degli stessi tra imprese, tra imprese e pubblica amministrazione e all’interno delle amministrazioni.
Il passo successivo è sostenere lo sviluppo dei sistemi tecnologici e della prossima generazione di infrastrutture, che permetteranno alla UE e a tutti gli operatori di avvalersi delle opportunità offerte dall’economia dei dati. E probabilmente proprio su questi investimenti si giocherà il futuro ruolo di leadership dell’Europa.
Il white paper sull’intelligenza artificiale
Tra gli annunci attesi c’è stato anche il white paper sull’intelligenza artificiale, che definisce un quadro per un’AI affidabile, basata sull’eccellenza e sulla fiducia. Nell’ambito della strategia per l’AI lanciata nel 2018, il documento inquadra lo sviluppo di sistemi e tecnologie AI valorizzando risorse già esistenti, come centri di ricerca di eccellenza e una consolidata posizione nel settore della robotica, e sottolineando la necessità di rafforzare la fiducia nell’intelligenza artificiale.
Questo comporta la definizione di regole condivise sui sistemi AI ad alto rischio, per esempio quelli che riguardano la salute, le attività di polizia o i trasporti. La Commissione ha fatto esplicito riferimento ai sistemi di riconoscimento facciale per l’identificazione biometrica remota, ribadendo che sono attualmente vietati e aprendo un dibattito sulle situazioni che possono giustificare il loro uso. Per questo ha lanciato una consultazione pubblica aperta fino al 19 maggio 2020.