Google Assistant: entro fine anno parlerà anche italiano

assistenti vocali
Un’altra conferma ufficiale dell’imminente supporto di Google Assistant alla lingua italiana è arrivata nelle scorse ore durante l’IFA 2017.

Non che gli assistenti virtuali presenti su smartphone, tablet, PC e speaker smart siano essenziali per la nostra vita quotidiana, ma averli a disposizione può comunque tornare utile, soprattutto se si parla di uno dei migliori esponenti della categoria come Google Assistant. L’erede di Google Now supporterà anche la lingua italiana entro fine anno, sebbene manchino ancora dettagli più precisi sulle tempistiche.

L’ennesima conferma del supporto alla nostra lingua è arrivata nelle scorse ore a IFA 2017 durante la presentazione del nuovo smartphone top di gamma LG V30. Proprio l’arrivo sul nostro mercato di questo modello atteso tra settembre e ottobre potrebbe essere un importante indizio per ipotizzare lo sbarco dell’italiano su Google Assistant nello stesso periodo e, forse, proprio l’LG V30 potrebbe essere il primo smartphone a supportare l’italiano nell’assistente virtuale di Google.

Assistant che comunque si potrà installare anche su altri smartphone con a bordo Android 6.0 Marshmallow o versioni superiori. Le funzioni di Google Assistant sono numerose e, grazie al machine learning, questo software è in grado di capire con maggior naturalezza le richieste dell’utente e a esaudirle.

Il futuro supporto alla lingua italiana è però importante anche perché potrebbe indicare da parte di Google la volontà di portare sul nostro mercato dispositivi futuri come gli smartphone Pixel di seconda generazione (i primi non sono mai arrivati ufficialmente in Italia), lo smart speaker Google Home e altri device al cui interno è integrato appunto Assistant.

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L’IA di Intel punta su Movidius Myriad X

intelligenza artificiale
La VPU Movidius Myriad X di Intel si affida a un Neural Compute Engine per accelerare le inferenze del deep learning alla periferia della rete.

Intel ha presentato l’unità di elaborazione visiva (VPU, Vision Processing Unit) Movidius Myriad X, che costituisce un ulteriore avanzamento nel portafoglio Intel di soluzioni di intelligenza artificiale (AI) end-to-end per offrire maggiore autonomia a una vasta gamma di categorie di prodotti, tra cui droni, robotica, videocamere intelligenti e realtà virtuale.

Myriad X è il primo System-on-a-Chip (SoC) dotato di un Neural Compute Engine (motore di elaborazione neurale) dedicato per accelerare le inferenze del deep learning alla periferia della rete. Il Neural Compute Engine è un blocco hardware on chip appositamente progettato per eseguire reti neurali profonde ad alta velocità e a basso consumo senza rinunciare all’accuratezza, consentendo ai dispositivi di vedere, comprendere e rispondere all’ambiente circostante in tempo reale.

“Prossimamente la visione artificiale e il deep learning diventeranno requisiti standard per i miliardi di dispositivi che ci circondano ogni giorno” ha affermato Remi El-Ouazzane, Vice President e General Manager di Movidius e del New Technology Group di Intel. “Abilitare dispositivi con un’intelligenza visuale simile a quella umana rappresenta il passo successivo del computing. Myriad X ci consente di ridefinire il ruolo delle VPU quando si tratta di offrire tutta la potenza possibile per l’intelligenza e la visione artificiali, il tutto rispettando i requisiti energetici e termici dei moderni dispositivi senza cavi”.

Movidius Myriad X

Oltre al Neural Compute Engine, Myriad X combina in modo unico imaging, elaborazione visiva e inferenze del deep learning in tempo reale grazie a:

  • Processori vettoriali VLIW programmabili a 128 bit che eseguono simultaneamente molteplici flussi di imaging e applicazioni visive con la flessibilità dei 16 processori vettoriali ottimizzati per i carichi di lavoro della visione artificiale.
  • Linee MIPI configurabili che collegano fino a 8 videocamere RGB con risoluzione HD direttamente a Myriad X con le 16 linee MIPI comprese nel ricco set di interfacce, per supportare fino a 700 milioni di pixel al secondo di throughput di elaborazione del segnale delle immagini.
  • Acceleratori di visione ottimizzati che utilizzano oltre 20 acceleratori hardware per eseguire attività quali flusso ottico e profondità stereoscopica senza introdurre un ulteriore carico di elaborazione.
  • L’architettura di memoria on chip centralizzata consente fino a 450 GB al secondo di larghezza di banda interna, riducendo al minimo la latenza e il consumo energetico minimizzando il trasferimento dei dati off chip.

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