Alcuni funzionari statunitensi, con in testa la portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Adrienne Watson, hanno segnalato le preoccupazioni per l’uso improprio dell’IA da parte della Cina nei loro primi colloqui bilaterali formali sulla questione. Durante gli incontri di martedì a Ginevra, la delegazione statunitense ha anche sottolineato alle controparti cinesi la necessità di mantenere linee di comunicazione aperte sui rischi e sulla sicurezza dell’intelligenza artificiale come parte importante della gestione responsabile della concorrenza.

I funzionari statunitensi sono sempre più preoccupati per l’accesso della Cina all’IA, nel timore che questa possa essere utilizzata da Pechino per rovesciare le elezioni in altri Paesi, creare armi biologiche e lanciare attacchi informatici. Il Dipartimento di Stato ha già fatto pressione su Cina e Russia affinché si adeguino alle dichiarazioni statunitensi secondo cui solo le persone, e mai l’intelligenza artificiale, prenderebbero decisioni sul dispiegamento di armi nucleari.

Non è un caso che l’amministrazione Biden sia pronta ad aprire un nuovo fronte nel suo sforzo di salvaguardare l’IA statunitense dalla Cina e dalla Russia, con piani preliminari per mettere delle protezioni attorno ai modelli di intelligenza artificiale più avanzati. Proprio la scorsa settimana, un gruppo bipartisan di legislatori statunitensi ha presentato una proposta di legge che renderebbe più facile per l’amministrazione Biden imporre controlli sulle esportazioni di modelli di IA.

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Sempre parlando di intelligenza artificiale, la direttrice operativa del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva, ha messo in guardia da uno “tsunami” che si abbatterà sul mercato del lavoro globale con l’adozione delle tecnologie IA da parte delle aziende. Secondo Georgieva l’intelligenza artificiale potrebbe infatti avere un impatto su quasi la metà dei posti di lavoro a livello mondiale (40%) e su più della metà (60%) dei posti di lavoro nelle economie avanzate come gli Stati Uniti e il Regno Unito, con la conseguenza di uno scenario che, se gestito male, potrebbe assumere toni apocalittici.

“L’IA generativa potrebbe portare un enorme aumento della produttività se la gestiamo bene, ma può anche portare a una maggiore disinformazione e, naturalmente, a una maggiore disuguaglianza nella nostra società”, ha aggiunto.

L’economista David Autor ha invece dichiarato che le preoccupazioni per la sottrazione di posti di lavoro da parte dell’IA sono fuori luogo e che l’emergere dell’IA generativa come strumento di assistenza potrebbe aumentare la produttività della forza lavoro nelle economie con un tasso di crescita demografica in rallentamento.

“Poiché l’intelligenza artificiale è in grado di intrecciare informazioni e regole con l’esperienza acquisita per supportare il processo decisionale, può consentire a un insieme più ampio di lavoratori, dotati della necessaria formazione di base, di svolgere compiti decisionali a più alto rischio attualmente arrogati a un’élite di esperti, come medici, avvocati, ingegneri informatici e professori universitari”.