AI Forum 2022: le prospettive per una ripresa sostenibile
Qual è lo scenario dell’intelligenza artificiale in Italia? Il nostro Paese vanta ottime università e centri di ricerca, progetti pilota avviati da quasi tutte le grandi imprese, ma pochi investimenti sul trasferimento tecnologico e uno scarso impatto sull’economia reale. E’ la sintesi emersa dall’AI Forum, l’evento annuale organizzato dall’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale (AIxIA). L’edizione 2022, dedicata alla ripresa sostenibile, si è svolta in presenza a Padova e ha coinvolto 26 relatori e un pubblico di 500 persone, tra professionisti e rappresentanti d’impresa presenti in sala o collegati in streaming. Punto di incontro tra mondo politico, accademico e industriale, l’AI Forum è stata occasione per comprendere i fondamenti delle evoluzioni in atto e raccogliere spunti da una purità di voci.
“In Italia abbiamo un tessuto molto florido e attivo nel campo dell’Intelligenza Artificiale, con corsi di laurea e centri di ricerca di grande eccellenza di cui essere orgogliosi, tanto che la ricerca italiana in questo settore è ai vertici internazionali”, ha dichiarato in apertura Gianluigi Greco, Presidente AIxIA. “Ma come si traduce tutto questo in termini di economia e impatto sul territorio? Da questo punto di vista la situazione del nostro Paese non è purtroppo delle più rosee. Sebbene forti sulla ricerca, per esempio, brevettiamo pochissimo, dieci volte meno della Germania”.
Si è creata quindi una situazione asimmetrica: “quasi la totalità delle grandi imprese investe oggi sull’IA, mentre le piccole-medie imprese, che rappresentano il tessuto produttivo italiano, rimangono tagliate fuori, vittime di un gap conoscitivo e di formazione”.
La strategia AI nella prospettiva europea
Nel suo approccio all’intelligenza artificiale, l’Europa ha scelto di distinguersi da Cina e Stati Uniti, che oggi detengono la supremazia in termini di risorse di calcolo, con una visione di ampio respiro, che mette l’uomo e il Pianeta al centro. “La strategia è stata però definita a partire dal concetto di rischio dei sistemi AI”, ha sottolineato Greco. “In questa impostazione manca un po’ di coraggio per sostenere il tessuto industriale. Ma non vogliamo perdere il treno dell’innovazione, ci sono molte cose che possiamo fare per modernizzare imprese e PA e creare economia”.
Vittorio Calaprice, Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, ha confermato il piano europeo di sviluppare “una Intelligenza Artificiale antropocentrica, sostenibile ed affidabile”. Il piano ha quattro obiettivi politici – creare le condizioni per lo sviluppo dell’AI, rendere l’Europa un luogo idoneo per lo sviluppo, sviluppare tecnologie IA con al centro le persone, raggiungere una leadership strategica – attorno ai quali si sviluppano progetti nazionali e multinazionali sostenuti da investimenti pubblici e privati, che sono dettagliati nel recente documento AI Watch. National strategies on Artificial Intelligence: A European perspective.
Per promuovere la sua leadership tecnologica, nel 2021 la Commissione Europea ha promosso la nascita di Adra (AI Data Robotics Association). “Oggi le tecnologie rappresentano il focus della competizione internazionale, il loro sviluppo, utilizzo e controllo hanno già, e avranno sempre più, un forte impatto sugli equilibri politici ed economici globali”, ha sottolineato Emanuela Girardi, membro del Board di Adra e Fondatrice di Pop AI . “Anche l’Europa vuole partecipare a questa competizione e la Commissione Europea ha definito una chiara strategia per promuovere la sua leadership tecnologica nell’intelligenza artificiale, nei dati e nella robotica. Nel 2021 La Commissione Europea ha quindi chiesto alle comunità accademiche e industriali europee su AI data e robotica di unirsi e di fondare Adra con la quale ha sottoscritto un accordo per sviluppare l’ecosistema europeo dell’innovazione, investire 2.6 miliardi di euro entro il 2030 e rinforzare la propria posizione competitiva globale”.
L’importanza della formazione, dai più giovani fino “all’ultimo miglio”
Alessandro Fusacchia, Coordinatore del Intergruppo Parlamentare sull’Intelligenza Artificiale, ha sottolineato “la priorità della formazione sull’uso delle tecnologie, per incidere sulle generazioni più giovani e creare una cultura diffusa, presupposto della creazione di un nuovo paradigma sociale”.
“Il nostro impegno è offrire strumenti per la formazione e supporto allo studio. L’obiettivo a breve termine, è permettere a tutti di usare strumenti tecnologici che servono, anche, a fruire di servizi pubblici”, ha spiegato Cristina Pozzi, COO and Head of Contents di Treccani Futura. “Ma l’obiettivo più ambizioso è quello a lungo termine: dobbiamo dare ai giovani strumenti, come l’intelligenza artificiale, per essere nelle condizioni di risolvere i grandi problemi sociali e climatici che la nostra generazione, probabilmente, non riuscirà a risolvere”.
Il tema della formazione è stato toccato anche da Marina Geymonat, Head of Innovation Lab di SISAL. Oltre all’attenzione delle aziende alla sostenibilità, per esempio attraverso l’efficientamento dei sistemi di raffrescamento e riscaldamento di data center e uffici, Geymonat ha posto l’accento sulla responsabilità personale. “Da sola l’AI non ce la può fare: servono tecnologie ancillari, ma soprattutto una sensibilizzazione sulla ricaduta di ogni nostra azione. Ai tavoli di progettazione delle aziende servono designer per lavorare ‘sull’ultimo miglio’ e convincere gli umani a cambiare comportamento”.
L’AI per la riduzione degli sprechi e la manutenzione predittiva
Secondo l’onorevole Anna Laura Orrico, Co-relatrice del parere alla Camera sul regolamento Europeo dell’IA, l’unico sviluppo che possiamo permetterci è quello sostenibile. In quest’ottica, l’intelligenza artificiale è uno strumento che “permette di ridurre il consumo di energia, anzi, ottimizzarne la generazione e distribuzione sia a livello industriale che negli edifici, potremo quindi ridurre lo spreco di risorse ed abbattere l’emissione di CO2 attraverso una gestione più armoniosa di logistica, mezzi pubblici e traffico”.
La riduzione degli sprechi e dei costi energetici è al centro della proposta della vicentina MIPU, azienda fondata e diretta da Giulia Baccarin. “Collaboriamo con piccole e medie aziende del territorio che, grazie alla manutenzione predittiva possono realizzare una riduzione tra il 5 e il 30% dei costi di intervento, e del 20-30% dei costi energetici”, ha affermato Baccarin. “Questa è la chiave verso una produzione sostenibile”.
Secondo Roberto Morandi, Datacenter Sales Engineer & CTO Ambassador di Dell Technologies, per essere strumento di sostenibilità e inclusione l’intelligenza artificiale deve “essere democratizzata”. Va in questa direzione la strategia di Dell, basata su tre pilastri: “AI in”, ovvero l’integrazione dell’AI nei suoi dispositivi, finalizzata, per esempio, alla manutenzione predittiva; “AI on”, prodotti pronti a sostenere i progetti AI dei clienti e “AI for”, ovvero l’implementazione di strategie di intelligenza artificiale all’interno dei processi.
Due esempi di applicazione: assistenti virtuali e AI Platform
Tra le applicazioni presentate in occasione dell’AI Forum ci sono gli assistenti virtuali e le AI Platform.
Con la creazione di un assistente virtuale dedicato, QuestIT ha supportato la regione Valle d’Aosta a raggiungere in modo capillare la popolazione per la prenotazione dei vaccini anti Covid. “L’intelligenza artificiale è un mondo che farà sempre più parte del presente e del futuro delle imprese”, ha dichiarato Ernesto di Iorio, CEO di QuestIT. “Grazie alla nostra tecnologia siamo in grado di realizzare dei veri e propri assistenti virtuali in grado di conversare e persino di riconoscere ed interpretare le espressioni facciali dei singoli interlocutori. In questo modo, gli stessi gemelli virtuali di ultima generazione avranno un ruolo importante anche in ottica green: veicolare informazioni in una forma del tutto immediata e senza sprechi di qualsiasi tipologia è già possibile grazie a loro”.
Secondo Raniero Romagnoli, CTO di Almawave, l’intelligenza artificiale in azienda non è più una questione di “se” ma di “come”. Con un approccio combinato definito “composite AI”, la società ha sviluppato la piattaforma AIWave, che “consente alle organizzazioni di creare e potenziare decine di applicazioni AI-based in modo sostenibile, efficiente ed efficace, con tempi, sforzi, costi e rischi ridotti”. La piattaforma può essere utilizzata, per esempio, a supporto delle attività di amministrazione o help desk tecnici, e non richiede all’utente business di avere competenze in intelligenza artificiale. “Di fatto questo tipo di piattaforma democratizza l’accesso all’intelligenza artificiale, permettendo una più semplice e veloce fruizione di tutto il patrimonio tecnologico dell’AI senza dover re-inventare tutto da zero”.