AI generativa, Camera e Senato studiano come usarla
Ormai le notizie relative all’AI generativa non si contano più. Ogni giorno c’è qualcosa di nuovo, qualcosa che si fa notare sia perché sfrutta le opportunità fornite dalla tecnologia per sondare nuove possibilità nei campi più disparati sia, invece, perché qualcuno ha trovato il modo per sfruttare le potenzialità di strumenti come ChatGPT per scopi non del tutto leciti. Purtroppo, però, oggi il confine tra lecito e illecito è ancora molto sfumato.
ChatGPT al vaglio di Camera dei Deputati e Senato
Proprio per vederci chiaro, la Camera dei Deputati, che ha dato via a un ciclo di audizioni del Comitato di Vigilanza sull’attività di Documentazione della Camera dei deputati sul tema dell’Intelligenza Artificiale. L’obiettivo è conoscere l’avanzamento dell’intelligenza artificiale e degli algoritmi e per studiare la loro possibile applicazione all’interno della documentazione parlamentare, a supporto dell’attività del Parlamento. Il Comitato individuerà potenzialità e limiti di queste tecnologie, analizzarne i possibili campi di applicazione, studiando le esperienze di altri Parlamenti e altre istituzioni, che già hanno fatto ricorso a sistemi avanzati per l’analisi dei testi, la ricerca e classificazione delle informazioni.
Analogamente, anche il Senato ha approvato una proposta di indagine conoscitiva sull’impatto dell’intelligenza artificiale nei settori di competenza, anche con riferimento al servizio ChatGPT.
“La IA, con particolare riferimento a quella di tipo generativo, – ha affermato il relatore Andrea Paganella Segretario della Presidenza del Senato – appare come una rivoluzione tecnologica epocale con applicazioni di automazione in numerosi campi, alcuni dei quali di stretta attinenza della Commissione (istruzione, università, ricerca, cultura)”. Insieme alle opportunità, Paganella ha osservato però che vi sono rischi e preoccupazioni, non solo nell’ambito del trattamento dei dati personali, quali, tra gli altri, produzione di informazioni non accurate, distorsioni culturali e discriminazioni, abusi e attività criminali, violazione della proprietà intellettuale, impatto negativo sull’occupazione e sulla trasformazione del sistema produttivo.
“Si tratta di problematiche che ogni innovazione tecnologica radicale porta con sé – ha sottolineato Paganella – e, al riguardo, è fondamentale il lavoro del legislatore, da condurre in un contesto europeo e internazionale e finalizzato alla definizione di un ampio quadro normativo, per garantire che l’industria italiana, le start-up e il Paese nel suo complesso non perdano opportunità di sviluppo e crescita in un momento di grande fervore e accelerazione dei processi e, al tempo stesso, per assicurare diritti e libertà individuali, sicurezza, equità”.
Oltre a una comprensione del contesto generale, l’indagine conoscitiva ha inoltre lo scopo di approfondire l’impatto della IA sui settori di specifica competenza della Commissione.
Legge europea: dalla Germania la richiesta di inasprire le regole
Ancora in tema di pericoli che può far correre l’uso indiscriminato dell’AI generativa, Reuters ha riferito che quarantadue associazioni e sindacati tedeschi hanno chiesto all’Unione europea di inasprire le regole che i legislatori stanno elaborando come parte dell’imminente legge europea sull’intelligenza artificiale. Tali organizzazioni rappresentano più di 140.000 autori e artisti che hanno voluto sottolineare la minaccia unica che ChatGPT rappresenta per i loro diritti d’autore. Verdi e DGB, importanti sindacati del settore creativo in Germania, nonché associazioni di fotografi, designer, giornalisti e illustratori, hanno espresso le loro preoccupazioni in una lettera alla Commissione europea, al Consiglio europeo e ai membri del Parlamento europeo (MEP). Nela lettera viene chiaramente espresso come la formazione sui chatbot sollevi domande fondamentali e come l’uso non autorizzato di materiale didattico protetto, il suo trattamento non trasparente e la prevedibile sostituzione delle fonti con l’output dell’IA generativa sollevino questioni fondamentali di responsabilità, responsabilità e remunerazione.
L’anno scorso la Commissione europea ha proposto per la prima volta la necessità di una legge sull’IA dell’UE. Ora le regole dovranno essere discusse, negoziate e concordate dalla Commissione con il Parlamento europeo. La legge dovrà quindi essere approvata da tutti gli Stati membri del blocco prima che possa diventare una vera legge dell’UE. Le organizzazioni tedesche (ma non solo loro) chiedono che i regolamenti siano sufficientemente completi da comprendere non solo il processo di formazione, ma l’intero ciclo del prodotto di intelligenza artificiale generativa. In particolare, devono essere regolamentati i fornitori di modelli di fondazione (come Microsoft, Google, Amazon e Meta Platforms).
Fotografia, musica e giornalismo: i rischi di contenuti che sembrano reali
Prove concrete di cosa intendano gli autori e artisti tedeschi arrivano in questi giorni da tre ambiti distinti: fotografico, musicale e giornalistico.
Ai recenti Sony World Photography Awards, uno dei concorsi più famosi del settore fotografico, nella categoria Creative il primo premio è stato dato a una fotografia prodotta con l’IA generativa. In particolare, tale immagine è stata generata con Stable Diffusion, una delle più avanzate tecnologie basate sull’intelligenza artificiale, che crea immagini a partire da un comando scritto da un essere umano. Ovviamente i giudici non erano a conoscenza della cosa e l’autore dell’opera, Boris Eldagsen, ha rifiutato il premio svelando la genesi dell’immagine. Tuttavia, Eldagsen ha voluto evidenziare il problema di come oggi non si sia preparati a riconoscere un’immagine creata dall’intelligenza artificiale, che non può e non deve competere con delle fotografie tradizionali. Però questo fa emergere i rischi che può far correre l’uso dell’AI generativa nell’ambito della creazione di immagini.
Un discorso simile si può fare per la musica. I giorni scorsi le principali piattaforme di streaming, tra cui Spotify, Apple Music e Tidal, si sono affrettate a eliminare dal loro catalogo la canzone Heart on my sleeve che presentava le voci dei noti cantanti Drake e The Weeknd. Questo perché era stata generata dall’intelligenza artificiale replicando la voce di due artisti. Le piattaforma di streaming hanno agito sollecitamente perché l’etichetta discografica UMG, che rappresenta i due cantanti, ha minacciato un’azione legale, ma nessuno si era accorto che fosse una canzone “finta”. Tutt’altro. Il suo ascolto ha iniziato rapidamente a decollare ed è stata ampiamente condivisa su TikTok, oltre ad accumulare un quarto di milione di riproduzioni su YouTube. Su Spotify, ha ricevuto 625.000 riproduzioni e ha rapidamente raggiunto quota 100.000 su SoundCloud.
UMG ha minacciato le piattaforme di avviare azioni legali se avessero iniziato a sfruttare musica protetta da copyright senza autorizzazione usando l’intelligenza artificiale. Sebbene le piattaforme stesse non abbiano creato questa particolare traccia AI, la minaccia legale si concretizzerà se in futuro le piattaforme dovessero lanciare musica generata dall’IA. Non è noto se ci sia UMG dietro la rimozione di massa della canzone e tutto non sia un’operazione promozionale. Tuttavia, l’etichetta discografica già in precedenza aveva chiesto a YouTube di rimuovere un video di una traccia generata dall’intelligenza artificiale della voce di Eminem. Mentre la canzone di Drake e The Weeknd è stata rimossa, è ancora disponibile su YouTube il brano generato dall’intelligenza artificiale Boy’s a Liar Pt. 2 in cui i presidenti degli Stati Uniti Joe Biden e Barack Obama rappano sulla melodia di un successo della cantante Ice Spice, e che ha accumulato quasi mezzo milione di visualizzazioni.
Un esempio di come l’AI generativa possa essere usata efficacemente a scopo di lucro, ma in modo illecito arriva dal mondo del giornalismo. La famiglia della leggenda della Formula 1 Michael Schumacher si sta infatti preparando a intraprendere un’azione legale contro Die Aktuelle, un tabloid tedesco, che ha pubblicato un’intervista con l’ex pilota totalmente generata dall’intelligenza artificiale. La pubblicazione prometteva sulla copertina un’esclusiva con Schumacher, accompagnata da uno strillo che presentava l’articolo come “la prima intervista” da quando la star della F1 ha subito una grave lesione cerebrale a seguito di un incidente sugli sci nel dicembre 2013. “Risposte veramente da lui! Da Michael Schumacher”, si leggeva su Die Aktuelle.
Fotografia, musica, giornalismo. Tre esempi che mostrano come, finché una precisa regolamentazione non consentirà di stabilire chiaramente le fonti dei contenuti proposti, l’AI generativa può rappresentare non solo una perdita economica in termini di copyright, ma anche un grande rischio per le conseguenze che potrebbero comportare contenuti fake indistinguibili da situazioni reali.