L’automazione intelligente è sempre più al centro dell’agenda strategica e tattica di ogni organizzazione. Con IA (Intelligent Automation) si intende tutto l’insieme delle tecnologie che abilitano sia una trasformazione sia un’automazione dei processi di business, attraverso una combinazione di tecniche come robot software, BPM, intelligenza artificiale e cloud. Si tratta di soluzioni che possono comportare, se correttamente comprese e impiegate, un cambiamento importante non solo nel modo di operare di un’impresa, ma anche nella sua capacità di innovare, in quanto abilitano tutto un insieme di nuovi prodotti e servizi molto più evoluti rispetto al passato.

Se al livello più basso i robot software servono ad automatizzare singoli step in un processo, liberando le persone dalle attività ripetitive, a un livello più alto e più complesso, i sistemi cognitivi fanno leva su dati storici e permettono di gestire eccezioni, effettuare scelte, risolvere problemi dei clienti e fornire insight ulteriori ai Knowledge Worker.

Oggi siamo ancora in una prima fase di adozione dell’automazione intelligente, come riporta lo studio KPMG Easing the pressure points: The state of intelligent automation. Secondo questa ricerca (effettuata con HFS Research intervistando 600 business Leader in 13 paesi nel mondo), solo un 20% delle aziende hanno superato la fase iniziale di piloting e stanno oggi “mettendo in produzione” i progetti IA. La crescita che si osserva però per questi sviluppi è estremamente rapida, a dimostrazione del fatto che nessuno può considerarsi esente dalla necessità di comprenderla e adattarla al proprio contesto.

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La ricerca porta inoltre ad osservare che, nonostante i manager intervistati siano coscienti del potenziale Game Changing dell’automazione basata sull’intelligenza artificiale, molti fanno ancora fatica a comprenderne appieno il significato e a posizionare correttamente un progetto e un investimento di questo tipo nella propria organizzazione. Inoltre, analizzando la situazione attuale, emerge che gli obiettivi che le aziende si pongono con l’IA sono diversi:

  • il 30% vuole migliorare la qualità delle interazioni e del servizio al cliente
  • il 24% degli intervistati punta a una crescita del fatturato
  • il 23% vuole ottimizzare il front office e l’intero processo di delivery del servizio al cliente
  • l’1% (una percentuale minima) si focalizza sull’uso dell’IA per ridurre la forza lavoro

Emerge inoltre dalla ricerca che per ottenere il massimo da un progetto di Intelligent Automation non bisogna puntare solo al risparmio sui costi, ma bisogna impostare una trasformazione molto più ampia che abbraccia tutta l’organizzazione. Serve dotarsi di una cultura aziendale in grado di facilitare il cambiamento. Servono un commitment del Top management che sia attivo e tangibile, una comprensione degli impatti a tutti i livelli dell’IA, degli aspetti di change management richiesti e, infine, anche una conoscenza pratica delle tecniche IA richieste.