Secondo quanto riferito nei giorni scorsi da Reuters, Marc Toberoff (uno degli avvocati di Elon Musk) ha chiesto ai procuratori generali degli stati della California e del Delaware di spingere OpenAI a mettere all’asta un’importante quota della sua attività per decidere il valore equo del suo patrimonio di beneficenza durante la ristrutturazione aziendale, con lo scopo di “proteggere l’interesse pubblico”, dato che OpenAI sta lavorando per rimuovere il controllo della sua organizzazione no-profit.

“Mentre Elon Musk si sta impegnando in un’azione legale, noi rimaniamo concentrati sulla nostra missione e sul nostro lavoro”, ha dichiarato il portavoce di OpenAI in un comunicato. In precedenza, l’azienda IA guidata da Sam Altman aveva dichiarato che la valutazione dei suoi beni di beneficenza sarebbe stata determinata da consulenti finanziari indipendenti. 

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OpenAI, che Musk ha contribuito a fondare assieme ad Altman, è stata valutata 157 miliardi di dollari a ottobre e punta a rinnovare la sua struttura aziendale. A fine 2024 Altman ha affermato che nei suoi piani c’è infatti la creazione di una società di pubblica utilità per rendere più facile “raccogliere più capitale di quanto avessimo immaginato” e che questo piano porterà a “una delle organizzazioni no-profit con le migliori risorse della storia”.

Musk, che possiede la startup di IA xAI, sta citando OpenAI in tribunale nel tentativo di bloccare questa conversione, che a suo dire rappresenta un allontanamento dalla missione no-profit per cui dieci anni fa aveva fondato l’azienda assieme ad Altman. Secondo altre fonti citate da Reuters, è probabile che il tribunale si pronunci sull’ingiunzione preliminare richiesta dagli avvocati di Musk entro la fine del mese.