Google ora risponde anche a domande complesse. (Quasi) sempre in modo corretto
Google ha annunciato passi avanti nella sua applicazione di ricerca vocale, che permette ora di gestire e rispondere a domande più complesse. Il motore di ricerca è in grado di elaborare ricerche che contengono, per esempio, superlativi, frasi articolate, specifici riferimenti temporali.
Gli esempi suggeriti da Google nel suo post sono domande come “Quali sono le città più grandi del Texas?”, o “Quale era la popolazione di Singapore nel 1965?”.
Google è impegnato nello sviluppo della ricerca vocale dal 2008, e nel 2012 ha dato il via al progetto Knowledge Graph. L’obiettivo è riuscire a interpretare le “intenzioni” dell’utente ed esaminare le parole utilizzate per la ricerca cogliendone il significato complessivo, al di là del singolo termine.
Si tratta di un obiettivo ambizioso. Come sottolinea Satyajeet Salgar, Product Manager di Google, diamo per scontato il nostro linguaggio, dimenticandoci di quanto tempo ci vuole per imparare ad esprimersi e a comprendere gli altri, operazione che diventa ancora più complessa per un computer.
Ecco perché, con una certa ironia, Salgar cita anche possibili errori dell’applicazione: alla richiesta “Chi era la madre di Dakota Johnson nel film?”, il motore di ricerca risponde “Melanie Griffith”, ovvero la vera madre dell’attrice, mentre la risposta corretta è “Jennifer Ehle”, che ha interpretato il ruolo della madre di Dakota Johnson nel film “50 sfumature di grigio”.
La ricerca vocale è un’area in cui sono impegnate altre aziende, oltre a Google. Microsoft è presente in questo settore con Cortana, Soundhound con la sua applicazione Hound, e naturalmente c’è Apple con Siri, che permette sia di effettuare ricerche che di dare istruzioni a un dispositivo attraverso la voce.