L’IA nelle PMI automotive, manifatturiere e tech italiane: un’indagine reichelt

L’intelligenza artificiale ha finalmente dimostrato di aver abbandonato il ruolo di semplice tendenza per diventare una risorsa concreta e strategica nell’industria europea. Non solo le grandi multinazionali stanno integrando soluzioni basate sull’IA nei propri processi, ma anche le piccole e medie imprese stanno compiendo passi significativi in questa direzione.
Lo conferma un’indagine commissionata da reichelt elektronik e condotta da OnePoll, che ha coinvolto 250 decisori di aziende industriali italiane di medie dimensioni attive nei settori automobilistico, manifatturiero e tecnologico. I risultati dipingono un quadro ottimistico, con l’IA che si sta imponendo come motore di innovazione, efficienza e competitività anche per chi, fino a pochi anni fa, guardava a queste tecnologie con diffidenza.
Il 43% delle aziende intervistate sta già utilizzando l’IA o ha in programma di integrarla a breve. Più nello specifico, il 28% ne ha fatto uno strumento quotidiano per la gestione dei processi, mentre un ulteriore 31% ha avviato progetti pilota o si trova in fase di test. Solo il 15% delle aziende è ancora nella fase di pianificazione, ma con l’intenzione di adottare l’IA entro i prossimi 12 mesi. Questa tendenza conferma che anche le PMI italiane stanno abbracciando le tecnologie intelligenti per restare competitive in un mercato sempre più dinamico.
Le motivazioni che spingono le imprese a investire nell’intelligenza artificiale non si limitano alla semplice automazione. Il 57% degli intervistati dichiara di utilizzare l’IA per ottimizzare i processi aziendali e produttivi, mentre il 38% la impiega già nella fase di sviluppo, ad esempio nella progettazione di nuovi prodotti.
In particolare, la capacità dell’IA di analizzare enormi quantità di dati per individuare trend, prevenire guasti e ridurre i tempi di inattività si traduce in un importante valore aggiunto, con il 59% degli intervistati che ha già ottenuto benefici concreti in termini di efficienza. Anche le applicazioni di manutenzione predittiva, sebbene ancora in fase embrionale, stanno prendendo piede e sono già adottate da quasi un terzo delle aziende.
L’88% delle aziende ha inoltre registrato un miglioramento significativo della qualità grazie a queste soluzioni, mentre il 77% ha potuto introdurre processi più efficaci e il 68% segnala un impatto diretto sui profitti. In particolare, l’IA consente alle aziende di rispondere più rapidamente alle variazioni del mercato, di accelerare lo sviluppo di nuovi prodotti e di incrementare la capacità di innovazione, con il 77% degli intervistati che ha già sperimentato questi vantaggi.
Non si tratta più solo di un’opportunità, ma di una necessità per restare competitivi. Il 75% delle aziende riconosce nell’intelligenza artificiale uno strumento imprescindibile per affrontare la concorrenza globale e quasi l’80% la considera la chiave per mantenere un vantaggio innovativo. Questa consapevolezza si estende anche al contesto geopolitico e industriale europeo. Il 78% degli intervistati auspica infatti un ecosistema continentale forte e indipendente, in grado di sviluppare soluzioni di IA locali e ridurre la dipendenza da colossi tecnologici americani o cinesi.
Nonostante l’ottimismo, esistono ancora ostacoli. Il 30% delle aziende segnala la mancanza di infrastrutture IT adeguate come il principale freno all’adozione, mentre il 26% indica la sicurezza dei dati nelle soluzioni cloud come una criticità. Anche la compatibilità delle macchine con sistemi automatizzati basati sull’IA rappresenta una sfida concreta per un altro 26% delle aziende e, per superare queste difficoltà, le imprese chiedono incentivi, supporto alla consulenza, infrastrutture digitali più solide e una regolamentazione meno rigida.
(Immagine di apertura: Shutterstock)