Matematici, ingegneri, web designer e amministrativi. Sono alcuni dei lavori che potrebbero cambiare di più con l’avanzare dell’intelligenza artificiale. Secondo uno studio dell’Università della Pennsylvania, OpenAI e OpenResearch sull’impatto dell’intelligenza artificiale sul mercato del lavoro, alcune categorie potrebbero infatti subire delle trasformazioni più evidenti rispetto ad altre.

Per i ricercatori, almeno la metà delle attività del 20% della forza lavoro potrebbe essere completata molto più velocemente con la tecnologia e la maggior parte delle professioni sarà modificata in qualche modo dall’intelligenza artificiale, con l’80% dei lavoratori totali che potranno velocizzare almeno un’attività grazie all’uso di nuovi software.

“Lo studio tuttavia non prevede se i posti di lavoro andranno persi: la ricerca infatti non ci dice cosa cambierà effettivamente e quanto velocemente”, ha dichiarato il professore dell’Università della California Matt Beane sul Wall Street Journal. Secondo Beane, che studia l‘impatto della tecnologia sul mercato del lavoro, “la vera sfida consiste nel fatto che aziende, scuole e politica devono aiutare le persone ad adattarsi. È un problema che comprende la formazione dei lavoratori per collaborare efficacemente con la tecnologia e la riprogettazione dei posti di lavoro per migliorare autonomia, salari e prospettive di carriera in molti ruoli”.

intelligenza artificiale

La formazione e lo sviluppo delle competenze sono gli obiettivi principali anche del Fondo per la Repubblica Digitale (FRD), che sostiene progetti rivolti proprio alla formazione e all’inclusione digitale per aumentare le competenze digitali di base e avanzate delle persone, sviluppare la transizione digitale del Paese e contrastare il digital divide. Il Fondo mira anche migliorare i corrispondenti indicatori del Digital Economy and Society Index (DESI) della Commissione europea.

Ieri il Fondo ha stanziato 30 milioni di euro proprio per migliorare le competenze dei disoccupati e dei lavoratori il cui posto di lavoro potrebbe essere maggiormente a rischio a causa dell’avanzamento dell’automazione e dell’intelligenza artificiale. Secondo l’FRD il 54% delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni non ha competenze digitali di base, rispetto a una media del 46% nell’Unione Europea.

I finanziamenti per migliorare la formazione saranno assegnati in due modi. Del totale, 10 milioni di euro saranno destinati a migliorare le competenze di coloro il cui lavoro è ad alto rischio di sostituzione a causa dell’automazione e dell’innovazione tecnologica. I restanti 20 milioni di euro saranno destinati ad aiutare i disoccupati e le persone economicamente inattive a sviluppare competenze digitali che migliorino le loro possibilità di entrare nel mercato del lavoro.

Secondo FRD, un’ampia gamma di posti di lavoro potrebbe essere minacciata dall’automazione, citando soprattutto settori come i trasporti e la logistica, l’assistenza e l’amministrazione degli uffici, la produzione, i servizi e il settore della vendita al dettaglio.