Aggiornamento del 18 febbraio: 

Il Chairman di OpenAI Brett Taylor ha comunicato che l’organizzazione non-profit ha rifiutato l’offerta di xAI:  “OpenAI non è in vendita e il board ha respinto all’unanimità il tentativo di del signor Musk di alterare la competizione”, ha dichiarato. Nella lettera di rifiuto indirizzata all’avvocato di xAI, Marc Toberoff, l’azienda ha specificato che l’acquisizione non sarebbe “nei migliori interessi della missione di OpenAI, che è di costruire un’intelligenza artificiale che vada a beneficio di tutta l’umanità”.

Articolo originale, pubblicato il 14 febbraio:

Elon Musk e un consorzio da lui guidato hanno annunciato l’intenzione di ritirare l’offerta da 97,4 miliardi di dollari per l’acquisizione del ramo non-profit di OpenAI, a condizione che la società guidata da Sam Altman abbandoni i piani di conversione in un’entità a scopo di lucro. Secondo un documento depositato presso la U.S. District Court della California del Nord, Musk ha dichiarato che la sua offerta era finalizzata a preservare la missione originaria di OpenAI come società no-profit.

Tuttavia, se OpenAI dovesse proseguire nella trasformazione in entità for-profit, il consorzio di Musk sostiene che il ramo non-profit dovrebbe ricevere un adeguato compenso per i suoi asset.

Musk, che ha co-fondato OpenAI nel 2015 e l’ha lasciata nel 2018 per divergenze strategiche, si oppone fermamente alla creazione di un’entità for-profit, che secondo Altman è invece necessaria per attrarre investimenti e competere nel settore dell’intelligenza artificiale.

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Altman ha definito “ridicola” l’offerta di Musk e ha ribadito che il board della non-profit non ha intenzione di vendere. Attualmente, Altman sta lavorando a una ristrutturazione aziendale che prevede una maggiore indipendenza della divisione commerciale dalla non-profit e Musk ha intentato una causa proprio per bloccare questa transizione.

L’offerta di Musk potrebbe comunque complicare i piani di OpenAI, stabilendo un elevato valore minimo per la non-profit. Inoltre, emergono dubbi su come OpenAI gestirà la distribuzione degli asset tra le due entità, considerando che la ristrutturazione potrebbe attribuire una partecipazione di grande valore alla non-profit.

Dietro queste recenti mosse di Musk, più che una convinta difesa del non-profit, emerge più che altro la volontà di limitare il più possibile il successo e l’espansione di OpenAI (e quindi di ChatGPT) come concorrente di Grok, il chatbot IA di xAI (l’azienda IA fondata da Musk due anni fa).

Proprio ieri Grok 3 è entrato nelle fasi finali di sviluppo e sarà disponibile tra una o due settimane. Secondo Musk, “Grok 3 ha capacità di ragionamento molto potenti; nei test che abbiamo fatto finora, sta infatti superando qualsiasi cosa sia stata rilasciata e direi che questo è un buon segno”.

(Foto d’apertura: JRdes / Shutterstock)