Dopo una lunga attesa (se ne parla da maggio), OpenAI ha finalmente lanciato il suo nuovo motore di ricerca SearchGPT, disponibile, almeno per ora, solo negli Stati Uniti e solo per l’app di ChatGPT in versione iOS. SearchGPT è pensato per sfidare il dominio di Google nel panorama della ricerca online e, utilizzando un VPN, può comunque essere usato anche in altri Paesi al di fuori degli Stati Uniti.

Ma esattamente cosa può fare SearchGPT? Innanzitutto, non è un semplice motore di ricerca, bensì un’esperienza interattiva che promette di rivoluzionare il modo in cui troviamo le informazioni online. Ecco alcune delle sue caratteristiche più interessanti:

  • Risposte in tempo reale: A differenza dei motori di ricerca tradizionali che offrono lunghi elenchi di link, SearchGPT fornisce risposte rapide e ben studiate attingendo a dati aggiornati. È un po’ come ricevere informazioni direttamente come se si stesse parlando con un esperto
  • Widget interattivi: Volete sapere che tempo farà domani o come vanno le azioni? SearchGPT include widget interattivi, come grafici meteorologici e finanziari, direttamente nelle sue risposte
  • Interazione naturale: una delle novità più interessanti di SearchGPT è la possibilità di continuare una conversazione con il bot, consentendo agli utenti di affinare le proprie domande e ottenere risposte più precise

Per utilizzare SearchGPT, è necessario innanzitutto disporre dell’ultima versione dell’app ChatGPT per iOS. Se non si dispone già di un account OpenAI, è necessario crearne uno. Una volta aperta l’app, basta cercare l’icona di ricerca accanto alla casella di input e iniziare a porre le proprie domande.

SearchGPT non vuole sfidare Google (che rimane comunque il suo obiettivo principale), ma anche nuovi attori emergenti come Perplexity AI, che fornisce risposte concise e dirette, distinguendosi dalle tradizionali liste di link. Il suo punto di forza è la capacità di riassumere le informazioni provenienti da varie fonti e di presentarle in un formato colloquiale.

searchgpt

La stessa Google ha lanciato il proprio motore di ricerca IA (AI Overview), che offre una panoramica completa delle informazioni, pur mantenendo l’interfaccia tradizionale che continua a dominare il mercato. E poi c’è Bing, migliorato grazie all’integrazione con ChatGPT che offre un’esperienza di ricerca avanzata. Ma Microsoft ha fatto un passo ancora più coraggioso, lanciando il suo Copilot direttamente su WhatsApp per portare le capacità dell’AI al di fuori del tradizionale ambiente di ricerca del browser. In questo modo, gli utenti possono ottenere assistenza e informazioni direttamente all’interno della piattaforma di messaggistica, senza dover aprire un motore di ricerca.

Il secondo annuncio di OpenAI riguarda Swarm, un framework sperimentale progettato per scopi didattici e incentrato su un’orchestrazione multi-agente “leggera”. Offre un approccio innovativo alla collaborazione tra agenti, introducendo concetti come “routine” e “passaggi” per coordinare i compiti. A differenza di altri sistemi multi-agente, Swarm privilegia semplicità, flessibilità e controllo per gli sviluppatori, rendendolo accessibile a chi desidera esplorare l’orchestrazione multi-agente.

Swarm non è un prodotto ufficiale di OpenAI e non è destinato all’uso in produzione, ma offre spunti preziosi per l’automazione aziendale. Semplifica le interazioni tra agenti attraverso l’API di Chat Completions, che funziona in modo stateless (gli agenti non conservano memoria tra le interazioni). Questo design punta alla massima semplicità, ma al tempo stesso limita la capacità del framework di gestire compiti decisionali complessi che richiedono memoria contestuale.

Il design leggero di Swarm, unito alla sua enfasi sulla facilità d’uso, lo ha reso attraente per gli sviluppatori che desiderano un controllo granulare sull’esecuzione e l’orchestrazione degli agenti. A differenza di altri framework come LangChain, la natura stateless di Swarm permette una sperimentazione e comprensione più semplici, anche se questo comporta un costo in termini di gestione avanzata della memoria.

Il framework si basa su due concetti principali: le “routine,” che sono istruzioni passo-passo per gli agenti, e i “passaggi,” che consentono transizioni fluide tra agenti specializzati. Ciò rende Swarm particolarmente utile in scenari in cui i compiti devono essere delegati all’agente più adatto, come nei sistemi di assistenza clienti.