Secondo una recente ricerca riportata dal Financial Times, le aziende britanniche stanno sempre più considerando l’IA come un mezzo per ridurre gli investimenti nei dipendenti, piuttosto che per aumentare la produttività. Questo approccio contraddice le promesse dei principali sviluppatori di IA, che da sempre promuovono l’IA come uno strumento per migliorare l’efficienza aziendale.

Lo studio, commissionato dal Boston Consulting Group, rivela che il 51% dei leader aziendali britannici prevede di reindirizzare i fondi destinati al personale verso l’IA, mentre il 44% intende dare priorità agli investimenti nella tecnologia.

Questo cambiamento, che seppur riferito in modo specifico al Regno Unito può valere anche per altri Paesi con un alto costo del lavoro come in Italia, è attribuito in parte all’aumento dei costi legati all’assunzione di personale, dovuti a politiche governative come l’aumento del contributo all’Assicurazione Nazionale per i datori di lavoro e l’incremento previsto del Salario Minimo Nazionale.

Mentre il personale richiede salari, l’IA rappresenta una soluzione paragonabile a un software applicativo in grado di ridurre significativamente i costi del lavoro. E se recentemente il governo britannico ha annunciato piani per sfruttare l’IA come motore di crescita economica, alcune aziende, come British Telecom, hanno stimato una riduzione della forza lavoro di circa 10.000 unità grazie all’impiego di questa tecnologia.

I dati dell’Ufficio Nazionale di Statistica del Regno Unito confermano questa tendenza, mostrando una diminuzione del 15% nelle offerte di lavoro nel settore delle Informazioni e Comunicazioni rispetto all’anno precedente. Parallelamente, emergono iniziative di reclutamento mirate a professionisti con competenze nell’IA, sebbene queste assunzioni non compensino i posti di lavoro persi.

ia dipendenti

La narrazione promossa dalle grandi aziende tecnologiche, secondo cui l’IA consente ai dipendenti di risparmiare tempo e di concentrarsi su mansioni più gratificanti e meno ripetitive, contrasta con il fatto che oltre metà delle imprese stia investendo per tagliare i costi del personale. Per molti dirigenti, l’idea che l’IA possa fare “di più con meno” giustifica ulteriormente le riduzioni di organico, offrendo una soluzione apparentemente efficace per bilanciare le sfide economiche con il progresso tecnologico.

Efficace ma al tempo stesso preoccupante anche a sentire le recenti parole di Mark Zuckerberg, che prevede entro fine anno l’integrazione di una IA all’interno di Meta in grado di lavorare come un ingegnere di medio livello che scrive codice. Se si somma questa previsione a quella ancor più recente di Bloomberg secondo cui Meta potrebbe licenziare il 5% della forza lavoro entro i prossimi due mesi (circa 3600 dipendenti), l’IA come arma di “distruzione di dipendenti di massa” inizia a farsi sempre più concreta.

Lo si capisce anche dalla decisione di un colosso come Salesforce di non assumere più ingegneri software nel corso di quest’anno, visto che grazie all’IA, e in particolare ad Agentforce, la produttività dei team di ingegneria è aumentata di oltre il 30%, rendendo superflue ulteriori risorse da assumere.

Salesforce ha inoltre annunciato una riduzione degli ingegneri di supporto, sostituiti da un “livello agentico” basato su IA, ma al tempo stesso aumenterà il personale di vendita, con l’obiettivo di assumere 1.000-2.000 nuovi venditori per illustrare meglio il valore dell’IA ai clienti.