Con l’umanoide Valentina, Bper diventa ancor più multicanale
Gli umanoidi sono fra noi. Già comparsi in hotel e ristoranti adesso cercano altri ambiti in cui farsi largo. Perché le loro applicazioni possono essere numerose e fra queste ci sono anche quelle utilizzabili nel settore bancario, come vuole dimostrare l’esperienza di Bper Banca Insieme che fra qualche tempo vorrebbe farli debuttare in una o più delle proprie filiali.
Questo infatti è l’obiettivo dell’Innovation room di Bper che con partner tecnologici come Antreem e il Cnr di Napoli sta portando avanti i lavori che dovrebbero sfociare con il debutto di Valentina.
Valentina è un umanoide, che potrà presentarsi anche sotto altri avatar, ma che non avrà però il compito di sostituirsi al personale. “L’obiettivo – spiega infatti Fabio Poli, ceo e founder di Antreem – non è quello di ridurre il personale, perché Valentina deve svolgere piuttosto un lavoro complementare a quello dei dipendenti”.
Lo sviluppo di Valentina è stato realizzato all’interno dell’Innovation room di Bper, un progetto nato nel 2015, con il quale si è potuto fare ricerca e innovazione senza il vincolo di mettere in produzione i risultati. Una sorta di brainstorming permanente giunto ormai alla sua terza edizione, dove negli anni sono stati sperimentati processi e funzionalità che in qualche caso hanno dato vita a implementazioni come la app che gestisce il flusso dei clienti e le code. “Nel 2017 – prosegue Poli – quando inizia il lavoro su Valentina il tema era la tecnologia invisibile che potesse fornire servizi a valore aggiunto in condizioni in cui il personale della banca non riesce a erogarli. Per esempio quando la banca è chiusa o il personale è occupato”. Una sorta di servizio aumentato, con Antreem coordinatore del progetto, ormai arrivato a uno stadio avanzato, tanto che si sta valutandone la road map anche dal punto di vista delle funzionalità e delle operazioni che potrà effettuare.
Dal punto di vista tecnologico, grazie all’utilizzo del motore di Amazon ulteriormente migliorato e quello del machine learning, Valentina riesce a parlare con un linguaggio naturale. L’umanoide è infatti guidato da un motore di intelligenza artificiale per il riconoscimento semantico, in grado di abilitare uno dei tratti maggiormente distintivi del prototipo, che consiste nella capacità di spingersi verso la ricerca di una relazione empatica con l’utente.
Questo aspetto è stato ottenuto sfruttando le tecniche di computer vision che consentono a Valentina di analizzare i movimenti che il suo interlocutore effettua nella stanza e capire quando questo la sta guardando e vuole interagire con lei, muovendosi di conseguenza e avviando il dialogo solo quando Brichiesto. Grazie al motion capture sono state realizzate le animazioni, creando i movimenti dell’avatar senza riprodurli con un software, ma registrando, tramite dei sensori, i movimenti di una persona reale. Allo stesso modo sono stati creati tutti i fonemi e visemi, che dovevano essere corrispondenti ad espressioni e movenze il più naturali possibili.
L’ambiente in cui si muove l’umanoide è arricchito di telecamere e sensori, grazie ai quali riesce a fissare lo sguardo negli occhi della persona con cui interagisce, smettendo di guardarla quando si allontana. Di cosa si tratta? Due telecamere frontali e due posteriori davanti alle vetrine riconoscono l’utente; microfoni nascosti nel controsoffitto, con sistemi di accendimento e spegnimento, per evitare che l’avatar si autoascolti, registrano tutto quello che avviene nella stanza; un proiettore nascosto e una videocamera integrata nella piramide colgono i movimenti dell’utente; gli altoparlanti sono integrati nella piramide e nello schermo lcd polarizzato.
Tramite una proiezione Hd ad ampio spettro su una pellicola polarizzata alta circa 2 metri, l’agent a figura intera va incontro all’utente per accoglierlo all’ingresso della stanza. Una seconda modalità di proiezione a 4K, che sfrutta la diffrazione su una piramide olografica, ricrea la figura a mezzo busto in 3D a dimensione naturale (circa 80 cm), che in un secondo momento accompagna l’utente passo dopo passo nell’operazione che deve eseguire.
“Al momento – sottolinea Poli – sono state sviluppate due installazioni con una piramide 3D e pellicole olografiche poste su vetrate. Sia nelle pellicole sia nella piramide appare a dimensione naturale, ma nella piramide è a mezzobusto mentre nelle pellicole è intera e pare seguirti”. Nel video di presentazione, per il momento riservato solo a uso interno, Valentina appare gentile, ma un po’ timida, con movimenti ancora un po’ meccanici, tanto che proprio sulla gestualità intendono lavorare i partner tecnologici dell’operazione. Appare in un video, dialoga con l’interlocutore che effettua ad esempio un prelievo è dà conferma delle avvenute operazioni.
Il cliente, che viene riconosciuto e chiamato per nome, si relaziona tramite uno smart ring Nfc, la soluzione prevista fino a oggi, che gli permette di entrare in filiale e avviare il dialogo con Valentina. “Era stato avviato anche uno studio per il riconoscimento facciale, ma visto che poi si è pensato di inserire anche il prelievo con il bancomat fra le operazioni disponibili si è scelto di ripiegare su qualcosa di più sicuro”. Quindi il cliente entra in banca e avvia le sue operazioni per le quali viene chiesta conferma tramite lo smart ring. “La scelta dello smart ring – aggiunge il ceo di Antreem – è motivata dal fatto che si tratta di un wearable, un oggetto comodo, ma quando andremo in produzione inseriremo altri dispositivi Nfc come uno smartphone”.
In più bisogna tenere conto che Valentina oggi agisce in un ambiente protetto, ma quando entrerà in banca dovrà integrarsi con i sistemi della banca che presentano altre criticità, come la gestione del dato, per esempio.
Ma se l’obiettivo è di avere una banca funzionante 24×7, non bastava l’home banking anche in versione mobile?
“In questi anni – osserva Poli – si è andati verso dematerializzazione spinta, ma la presenza sul territorio per una banca è ancora un valore, anche in ottica della fornitura di servizi di consulenza spostando l’attività verso il valore aggiunto”. E le reazioni dei clienti? Generalmente positive, risponde Poli citando i risultati di un test. Poi ci saranno sicuramente gli entusiasti che inizieranno a frequentare quelle filiali che da tempo avevano abbandonato e magari una clientela più anziana che preferirà sempre lo sportello. Valentina ha il pregio di poter ampliare il raggio d’azione della banca multicanale.