Engineering, soluzione wearable per il distanziamento nella Fase 2

continuità aziendale
Smart Proximity avvisa quando i dispositivi indossabili si trovano a meno di 1,5 metri e monitora eventi e spostamenti. “Ma non conserva informazioni sensibili”

Engineering ha annunciato Smart Proximity, una soluzione per governare il distanziamento al lavoro pensata per la cosiddetta fase 2 delle misure di contenimento dell’epidemia Covid-19 in Italia, fase in cui il Governo consentirà il riavvio delle attività nei  settori produttivi ora bloccati.

Smart Proximity, spiega Engineering, è pensata per conciliare la protezione del personale e l’efficacia produttiva, perché segnala ai lavoratori la distanza che intercorre fra di loro con semplicità e assoluta precisione utilizzando un dispositivo indossabile (smart sensor), integrato in un bracciale o altro supporto a scelta dell’azienda utente.

Quando la distanza di sicurezza tra due lavoratori dotati del dispositivo non è rispettata, i due sensori segnalano la criticità attraverso LED, vibrazione o suono.

Tutti i contatti, precisa il system integrator italiano, vengono memorizzati per successive eventuali analisi, ma la privacy del lavoratore è garantita perché nessuna informazione sensibile è mantenuta dalla piattaforma. “Sono salvati solo gli identificativi univoci del sensore e le relazioni temporali tra loro in forma rigorosamente anonima senza alcuna associazione ai dati dell’utente. Gli identificativi univoci presenti sullo smart sensor sono cifrati e le informazioni viaggiano su un canale sicuro”.

L’eventuale recupero delle informazioni di relazione temporale anonime del proprio sensore su sistemi esterni alla piattaforma è vincolato al consenso del singolo utente.

Come funziona Smart Proximity

Il sistema è composto da una piattaforma di memorizzazione ed elaborazione, e da sensori wearable indossati dai lavoratori. Ciascun sensore interagisce con l’altro inviando e ricevendo le informazioni di prossimità.

Ogni dispositivo è in grado di rilevare in prossimità altri dispositivi vicini entro 1,5 metri con un errore di 10 cm, e quando questo avviene i due dispositivi avvisano in tempo reale gli operatori che li indossano, invitandoli a mantenere la distanza di sicurezza. La funzionalità di alert non richiede interazioni con la piattaforma di controllo, perché viene attivata autonomamente dal dispositivo.

Le informazioni raccolte dal dispositivo sono inviate, utilizzando la rete WiFi o il BLE alla piattaforma, su cui è possibile analizzare tutti gli eventi registrati dai dispositivi: nel caso in cui un dipendente risultasse affetto da Covid-19, si può ottenere immediatamente l’elenco di tutti i suoi contatti.

I dati rilevati, precisa Engineering, possono essere scambiati con sistemi di monitoraggio del Sistema Sanitario Nazionale.

Nelle scorse settimane Engineering aveva annunciato un’altra iniziativa in risposta all’emergenza Coronavirus, e cioè una guida per realizzare progetti di Smart Working. Inoltre recentemente ha presentato i risultati 2019, con considerazioni sul 2020 alla luce dell’emergenza sanitaria in corso.

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Engineering, “cautela per il 2020, ma l’accelerazione digitale continuerà”

Engineering CEO Paolo Pandozy
Crescite oltre l’8% per fatturato ed Ebitda nel bilancio 2019. Oltre il 50% di progetti sono stati di trasformazione digitale. Il CEO Pandozy: scelte difficili, ma robusto portafoglio ordini

Il Cda di Engineering Ingegneria Informatica SpA ha approvato il progetto di Bilancio 2019 e il Bilancio consolidato. Il Gruppo ha registrato crescite oltre l’8% sia sul fronte del valore della produzione, con 1274 milioni di euro (+8,2%), che della redditività, con un EBITDA di circa 160 milioni (+8,5%), e un’incidenza sui ricavi netti di circa il 13%. L’Utile netto è di circa 44 milioni di euro.

In una nota il system integrator sottolinea che la crescita è prevalentemente organica, e che le business unit dedicate ai settori Banche, Industria e PA hanno registrato incrementi superiori alla media, rispettivamente sopra il 10%, il 13% e il 12%.

Paolo Pandozy, CEO di Engineering, commenta così i risultati nel comunicato: “Abbiamo approvato un bilancio 2019 estremamente positivo. Il valore della produzione è cresciuto di circa 100 milioni, in gran parte per crescita organica in tutte le aree di mercato. L’Italia è per noi centrale, ma l’estero vede crescere il suo peso, con performance particolarmente interessanti in Sud America, Germania e Stati Uniti”.

Pandozy si sofferma poi sulla situazione attuale di Engineering di fronte all’emergenza sanitaria: “Stiamo affrontando questo drammatico 2020 in una logica di estrema cautela, che impone scelte difficili come il ricorso temporaneo alla Cassa Integrazione, ma con la forza di un robusto portfolio ordini, una consolidata capacità operativa (qui abbiamo raccontato del piano di Smart Working di Engineering, ndr) e l’attenzione volta prioritariamente a tutelare la salute e le competenze delle nostre persone. È presto per fare previsioni, ma quel che è certo è che sul fronte della digitalizzazione non si tornerà indietro e l’accelerazione a cui abbiamo assistito continuerà, permettendo al Paese di fare un gigantesco passo avanti”.

Engineering tra l’altro in questo periodo è impegnata nel supporto delle iniziative di smart working avviate o rafforzate a causa dell’emergenza sanitaria, visto che gestisce 250mila postazioni di Digital Workplace per conto di circa 400 aziende, e ha rilasciato nei giorni scorsi una guida dal titolo “Digital Workplace: ridisegniamo il tempo e lo spazio del lavoro con nuovi strumenti digitali”.

Nel 2019, continua il comunicato, oltre il 50% dei progetti realizzati da Engineering sono stati di trasformazione digitale con soluzioni basate sulle più avanzate tecnologie abilitanti: Big Data, Intelligenza Artificiale, Cloud Computing, IoT, Cybersecurity, Augmented Reality, Robotic Process Automation (RPA), nel contesto di un business di Gruppo che oggi è composto da una parte di servizi di informatica tradizionale e da una parte di servizi appunto a supporto della trasformazione digitale.

La percentuale di business a supporto della trasformazione digitale, spiega Engineering, è destinata a crescere anche sull’onda della forte spinta di digitalizzazione a cui si sta assistendo, e sostenuta dai continui e importanti investimenti del Gruppo in Ricerca & Sviluppo, che nel corso dell’esercizio 2019 sono stati di circa 40 milioni di euro, confermando il trend degli ultimi anni.

L’esercizio 2019, conclude la nota, è stato inoltre caratterizzato dal ruolo di Engineering di aggregatore tramite acquisizioni delle migliori competenze e realtà IT attive sul mercato italiano in specifici segmenti, con l’obiettivo di farle crescere grazie alle sinergie di Gruppo. In quest’ottica si inseriscono per esempio le acquisizioni di Cybertech, in ambito di cybersicurezza, di Deus Technology, in ambito fintech, e di Digitelematica, specializzata in soluzioni di e-commerce per la Grande Distribuzione Organizzata (GDO): “Tutte operazioni che, alla luce di quanto sta accadendo, rivelano con ancora maggiore chiarezza la loro strategicità”.

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