Secondo un recente report di Reuters, OpenAI è in trattative con Broadcom per sviluppare un chip di inferenza IA su misura. I colloqui riservati tra le due società includerebbero anche TSMC come probabile fonderia per la produzione. Sebbene le ragioni precise di OpenAI per voler sviluppare un proprio chip non siano note, l’ipotesi più plausibile è legata ai costi: gestire l’infrastruttura IA in proprio potrebbe infatti risultare più conveniente rispetto all’utilizzo esclusivo del cloud, anche se alcuni costi sono coperti dai partner come Microsoft.

Il vantaggio di un chip personalizzato si estende anche all’ottimizzazione energetica, fondamentale in applicazioni IA che richiedono un elevato consumo di energia. Sincronizzare hardware e software potrebbe inoltre migliorare l’efficienza dei servizi di OpenAI, riducendo i costi operativi, senza dimenticare che l’azienda guidata da Sam Altman sta tentando di persuadere alcuni investitori a finanziare la costruzione di grandi data center specificamente dedicati ai servizi IA, un’infrastruttura che potrebbe beneficiare della presenza di chip su misura per ridurre ulteriormente i costi.

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Un altro motivo per sviluppare chip proprietari potrebbe essere la diversificazione dei fornitori; le fonderie mondiali hanno infatti capacità produttiva limitate e catene di approvvigionamento vulnerabili. OpenAI non potrebbe ovviamente evitare del tutto tali rischi, ma diminuirebbe la dipendenza da fornitori terzi per i prodotti finiti.

Tra l’altro chip di inferenza IA personalizzati non sono una novità: AWS dispone di Inferentia, mentre Google e Microsoft hanno rispettivamente i propri Tensor Processing Unit e Maia. Dal canto suo, Broadcom prevede di raggiungere vendite per 12 miliardi di dollari nel settore IA quest’anno fiscale e una collaborazione con uno dei protagonisti principali del mercato software IA come OpenAI potrebbe generare entusiasmo anche a Wall Street.