IBM migliora le prestazioni dei computer quantistici Heron e conferma la sua roadmap
Durante la IBM Quantum Developer Conference, IBM ha rivelato miglioramenti tecnologici che rafforzano le capacità dei suoi computer quantistici, segnando un ulteriore passo verso la “quantum utility”. Con il nuovo processore Quantum Heron, disponibile nei data center globali di IBM, gli utenti possono ora eseguire circuiti quantistici fino a 5.000 operazioni di gate a due qubit, quasi il doppio rispetto ai risultati precedenti.
Rispetto all’esperimento di quantum utility pubblicato su Nature nel 2023, che richiedeva 112 ore per l’elaborazione, il processore Heron ha ridotto i tempi a sole 2,2 ore, un miglioramento di 50 volte in termini di velocità. Questo progresso si inserisce nella roadmap di IBM verso lo sviluppo di sistemi quantistici corretti dagli errori, previsti per il 2029.
IBM ha inoltre potenziato Qiskit, la sua piattaforma software open-source per il calcolo quantistico, rendendolo più affidabile e versatile. Secondo i test condotti con lo strumento open-source Benchpress, Qiskit si è dimostrato il software più performante e stabile rispetto ad altre piattaforme, grazie alla capacità di semplificare la creazione di circuiti quantistici complessi.
Nuovi strumenti come Qiskit Transpiler Service, alimentato dall’intelligenza artificiale, e il Qiskit Functions Catalog, che integra soluzioni avanzate di partner come Algorithmiq e Qedma, migliorano ulteriormente la progettazione e l’esecuzione degli algoritmi quantistici. Ad esempio, il metodo TEM di Algorithmiq consente di mitigare gli errori per circuiti complessi, raggiungendo scale industriali senza precedenti.
IBM punta anche a un futuro dove calcolo quantistico e classico lavorano in sinergia. Con l’approccio del quantum centric supercomputing, i sistemi quantistici e classici vengono integrati per affrontare problemi complessi dividendo il carico di lavoro tra architetture. Iniziative come quelle di RIKEN in Giappone e della Cleveland Clinic negli Stati Uniti stanno già utilizzando questa metodologia per simulazioni chimiche e biologiche avanzate.
Progetti collaborativi, come il collegamento tra il supercomputer AiMOS e l’IBM Quantum System One presso il Rensselaer Polytechnic Institute, dimostrano le potenzialità di questa tecnologia nei settori accademico e industriale. Allo stesso tempo, il RIKEN Center in Giappone sta sviluppando una piattaforma ibrida quantum-HPC per dimostrare l’efficacia del calcolo quantistico centrico.