Disponibile in autunno a 569 euro per il modello con storage da 128 GB, il Quest 3 è il nuovo visore di Meta per la realtà mista e riprende diversi elementi dal ben più costoso Quest Pro dello scorso anno.
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Francesco segue il mondo della tecnologia dal 1999, scrivendo per numerose testate online e cartacee. È specializzato soprattutto in tecnologia B2B, hardware e nuovi m... Leggi tutto
Nonostante abbia perso molto del suo hype iniziale dopo l’arrivo in massa dell’IA generativa, il metaverso è ben lungi dall’essere morto e sepolto o del tutto dimenticato e, con esso, anche l’hardware legato alla realtà virtuale non è affatto andato in letargo. Ne è un esempio il nuovo visore Meta Quest 3, successore di quel Quest 2 che possiamo considerare senza smentita alcuna il visore VR più venduto di sempre.
Disponibile in autunno a 569 euro per il modello con storage da 128 GB, il Quest 3 tornerà a mostrarsi il 27 settembre durante l’evento Meta Connect, che sarà anche l’occasione per scoprire molti altri dettagli rispetto a quel poco che sappiamo oggi. Meta non ha infatti ancora rivelato tutte le caratteristiche e le specifiche tecniche di questo visore, ma lo ha annunciato nei giorni scorsi anche per “bruciare” di qualche giorno l’attesissima presentazione del visore Apple prevista proprio oggi.
Il Quest 3 eredita diversi elementi hardware e funzionalità avanzate dal ben più costoso Quest Pro dello scorso anno. Sarà dotato di un nuovo processore Snapdragon con il doppio della potenza grafica, avrà un display a risoluzione più elevata, nuovi controller più precisi ed ergonomici (Touch Plus con feedback tattile TruTouch) e una struttura più sottile del 40%, che porterà inevitabilmente a una riduzione del peso non da poco rispetto al Quest 2 con i suoi 500 grammi (non proprio una piuma).
Il cambiamento più importante rispetto al modello precedente è però rappresentato dalle telecamere pass-through a colori con sensori di profondità, che consentono al Quest 3 di funzionare come un visore completo sia per la realtà virtuale, sia per quella aumentata, ovvero per quella che viene ormai chiamata realtà mista. Queste telecamere permetteranno quindi anche di vedere il mondo esterno a colori creando un mix di realtà e immagini 3D digitali, cosa che con il Quest 2 era possibile fare solo in bianco e nero (e non c’era la possibilità di vedere elementi 3D sovrapposti).
L’annuncio del Meta Quest 3 è coinciso con un deciso abbassamento dei prezzi del Quest 2, che da oggi costa 349,99 euro per la versione da 128 GB e 399,99 euro per quella da 256 GB. Inoltre, il Quest 2 e il Quest Pro riceveranno un aggiornamento software che promette un incremento del 26% delle prestazioni della CPU e, rispettivamente, del 19% e dell’11% della GPU.
Sta diventando ormai evidente che il futuro della realtà aumentata sarà legato all'intelligenza artificiale. Abbiamo davvero bisogno di visori AR come quelli di Apple?
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Il futuro dei visori per la realtà aumentata (AR) è chiaro. O almeno lo era. Poi è arrivata OpenAI. In particolare, l’AR si è concentrata sull’idea alla base di Microsoft Hololens/Magic Leap, per i quali si sono spesi miliardi di dollari con l’obiettivo di ancorare oggetti digitali 3D ad alta definizione agli spazi fisici. Il Santo Graal è che, ad esempio, un avatar realistico di una scimmia possa non solo stare in piedi su un tavolo reale, ma anche nascondersi dietro di esso.
Per realizzare queste prodezze di visualizzazione, aziende come Microsoft e Magic Leap hanno bisogno di un’enorme potenza di elaborazione e di un hardware invadente che non può essere indossato mentre si cammina, per non parlare degli elevati costi di produzione.
I futuristi chiedono però a gran voce qualcosa di più piccolo. Molti hanno a lungo creduto che Apple sarebbe stata la prima azienda a lanciare sul mercato un prodotto convincente nel settore dei visori AR da indossare tutti i giorni che assomigliassero quasi a normali occhiali da vista. Il fatto è che questi occhiali AR comodi e leggeri di Apple da indossare tutti i giorni sono lontani anni dall’essere realizzati.
Nel frattempo, un prodotto intermedio, che probabilmente si chiamerà Reality Pro, dovrebbe essere presentato al pubblico da Tim Cook in occasione della Worldwide Developers Conference (WWDC) di inizio giugno, per poi essere reso disponibile al pubblico molto più tardi. Questo prodotto dovrebbe essere un dispositivo per la realtà virtuale (VR) di fascia alta che funzionerà principalmente come AR (invece di oggetti e dati virtuali sovrapposti a una visione naturale del mondo reale, saranno sovrapposti a un flusso video dal vivo del mondo reale). Con un prezzo compreso tra i 2.000 e i 3.000 dollari, il Reality Pro non sarà certo un prodotto mainstream per le masse.
Come l’intelligenza artificiale cambia tutto
Mentre gli osservatori tecnologici aspettavano una AR convincente (e aspettavano, e aspettavano), è avvenuta una rivoluzione nel campo dell’intelligenza artificiale. La startup OpenAI ha lanciato l’accesso pubblico al suo generatore di testo-immagine DALL-E e al suo chatbot ChatGPT basato sull’architettura GPT. I servizi offrono API per consentire agli sviluppatori di creare applicazioni basate sull’IA e sono così nate migliaia di applicazioni.
È difficile credere che ChatGPT sia stato lanciato solo cinque mesi fa, nel dicembre 2022. Altre piattaforme di IA sono emerse sulla scia di OpenAI e altre ancora sono in arrivo. Il Google I/O della prossima settimana dovrebbe vedere l’azienda svelare decine di nuovi prodotti di IA. L’ondata di IA del 2023 ha già avuto un impatto massiccio sulla cultura, tanto da indurre il professor Yuval Noah Harari, storico, filosofo e autore del libro Sapiens, a proclamare che “l’IA ha violato il sistema operativo della civiltà umana”.
Se questo è vero, è perché ha ridefinito le nostre aspettative su come tutto dovrebbe funzionare. Il passaggio all’intelligenza artificiale implica un cambiamento radicale nel modo in cui troviamo le informazioni, dai motori di ricerca alla cosiddetta One True Answer (un concetto reso popolare dall’esperto di motori di ricerca Danny Sullivan). Con un motore di ricerca, digitiamo le nostre domande e otteniamo un elenco lunghissimo di link alle possibili risposte. Con l’IA, vogliamo solo la risposta, non un migliaio di link da considerare.
I nuovi servizi di IA generativa, e quelli basati su OpenAI GPT in particolare, hanno già cambiato i nostri desideri e le nostre aspettative su come il concetto di One True Answer dovrebbe funzionare in pratica. In particolare, vogliamo che sia dettagliata, flessibile e variabile, basata su richieste e interattiva come ChatGPT, e non una risposta statica e definitiva come i Featured Snippets o i Knowledge Panels di Google Search.
Ora vogliamo l’intelligenza artificiale più che degli occhiali AR
Una startup chiamata Humane, fondata dagli ex dipendenti Apple Imran Chaudhri e Bethany Bongiorno, ha recentemente impressionato con una nuova visione intelligente di come l’AR potrebbe funzionare. Durante un TEDtalk, Chaudhri ha mostrato un dispositivo connesso al corpo dotato di fotocamera, microfono e proiettore con accesso all’intelligenza artificiale e ai dati personali dell’utente: praticamente l’AR senza occhiali.
Humane immagina questo dispositivo come un sostituto dello smartphone per quella che chiama “l’era dell’intelligenza”, ovvero il mondo trasformato dall’IA, dalla computer vision e dal machine learning. Durante la dimostrazione, Chaudhri ha tenuto in tasca una barretta di cioccolato davanti al dispositivo e ha chiesto: “Posso mangiarla?”. ll prototipo del dispositivo sembrava utilizzare la computer vision per riconoscere il prodotto e i dati pubblici online per ottenere gli ingredienti, quindi li ha confrontati con un elenco di intolleranze o allergie dell’utente per sconsigliarne il consumo.
Ha inoltre tradotto le parole in inglese di Chaudhri in francese, che pronunciava con la voce simulata dello stesso Chaudhri, ha riassunto le informazioni chiave delle e-mail recenti con il comando Aggiornami e ha compiuto altri task simili a ChatGPT. Quando sua moglie ha chiamato, le informazioni sull’ID del chiamante sono state proiettate sul suo palmo, con pulsanti azionabili fatti di luce.
Si tratta di un nuovo tipo di dispositivo che può essere inteso come uno smart speaker Amazon Echo indossabile, basato sull’intelligenza artificiale e altamente personalizzato, in grado di vedere. Oppure lo si può immaginare come un occhiale AR avanzato… senza occhiali. Invece di mostrare i dati attraverso gli occhiali, proietta le informazioni su qualsiasi superficie vicina in base a un gesto della mano.
Ma il paragone descrittivo più convincente è che si tratta di un hardware specifico per l’intelligenza artificiale. Considerando l’eccitazione e l’energia che si respirano intorno all’IA in questo momento, si tratta di una visione molto più convincente di qualsiasi descrizione degli eventuali occhiali AR di Apple che ho sentito negli ultimi mesi. Per essere chiari, è probabile che tutti i futuri dispositivi AR di Apple accederanno all’IA, compreso un possibile futuro Siri che acceda a modelli linguistici simili a GPT. E le funzionalità di Humane potrebbero essere integrate negli occhiali.
Ma il piano generale di Apple di iniziare con una soluzione grande, ingombrante, potente e costosa per l’AR, per poi ridurla a un occhiale mobile e autonomo socialmente accettabile in quattro o cinque anni o più, sembra sempre più antiquato.
Il passaggio della Silicon Valley dal “metaverso” all’IA
L’idea del metaverso del CEO di Meta Mark Zuckerberg non sta prendendo piede come sperato. Infatti, sembra che l’industria tecnologica stia generalmente licenziando migliaia di dipendenti che lavoravano su AR e VR e raddoppiando gli investimenti in IA sulla scia della rivoluzione guidata da OpenAI. Questo cambio di passo riguarda anche Microsoft, che è il principale azionista di OpenAI.
Ciò che il mondo si aspetta al momento, e a cui senza dubbio stanno lavorando numerose startup e operatori affermati, sono gli indossabili AR che aumentano la realtà attraverso un assistente personale simile all’uomo che accede all’IA, alla computer vision e al machine learning. Mentre l’aumento della realtà rimane una visione interessante per le aziende, i creativi e i consumatori, la rivoluzione dell’IA del 2023 ha creato una domanda di aumento di noi stessi. Ciò che il mondo vuole ora è un hardware IA indossabile.