4 grandi aziende italiane su 10 utilizzano sistemi di Robotic Process Automation

L’automazione dei processi aziendali sta assumendo un ruolo sempre più centrale nelle organizzazioni, grazie a soluzioni avanzate che combinano l’intervento umano con sistemi intelligenti. In Italia, il 40% delle grandi imprese ha già adottato la Robotic Process Automation (RPA), tecnologia che consente di automatizzare compiti ripetitivi tramite software robot. Questo dato colloca il nostro Paese al terzo posto in Europa, dietro il Regno Unito (48%) e la Germania (41%). Parallelamente, il 56% delle aziende utilizza soluzioni di workflow automation per gestire e monitorare i processi, mentre tecnologie più avanzate, come il process mining e la process intelligence, risultano meno diffuse (38%).
Nonostante il crescente interesse per l’automazione, l’adozione dell’Intelligent Process Automation (IPA), che integra l’IA per ottimizzare i processi, è ancora limitata. Solo il 23% delle grandi aziende italiane impiega queste tecnologie, una percentuale inferiore rispetto agli altri Paesi europei, tra cui il Regno Unito (32%), la Spagna (26%), la Germania (26%) e la Francia (25%). I settori più avanzati nell’adozione di queste soluzioni includono finanza, servizi alle imprese, utility, telecomunicazioni e manifatturiero. Tra le tecnologie più utilizzate vi sono l’Intelligent Document Processing, che estrae informazioni da dati non strutturati, l’RPA conversazionale e le logiche decisionali intelligenti.
Questi risultati emergono dalla ricerca condotta dall’Osservatorio Intelligent Business Process Automation della School of Management del Politecnico di Milano presentata durante il convegno Intelligent Automation: conoscere i processi per ripensarli. L’analisi evidenzia come la principale sfida per le aziende sia la gestione della trasformazione digitale, evitando complessità e costi eccessivi. Secondo Giovanni Miragliotta, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio, è fondamentale sia identificare i processi che possono trarre vantaggio dall’IA semplificandoli ove necessario, sia promuovere un cambiamento culturale in cui la Process Automation non sia solo una questione IT, ma un’area di trasformazione aziendale.
Irene Di Deo, Direttrice dell’Osservatorio, sottolinea che per introdurre le tecnologie più innovative è necessario un adeguato livello di digitalizzazione e interoperabilità dei dati, oltre a un cambio di mentalità. Inoltre, l’automazione non deve essere vista come una mera sostituzione del lavoro umano, ma come un’opportunità per creare valore per i clienti e valorizzare le competenze dei dipendenti.
L’adozione della Business Process Automation (BPA) tra le grandi aziende italiane si attesta al 51%, con il 58% delle imprese che ha avviato progetti in diversi dipartimenti e processi. Tuttavia, solo l’8% dichiara di aver implementato la Robotic Process Automation su larga scala, con un’adozione prevalente nelle aree amministrazione, finanza e controllo (76%), seguite da operations (65%) e acquisti (61%). Per quanto riguarda l’Intelligent Process Automation, il settore più coinvolto è il customer service (28%), dove tecnologie come l’RPA conversazionale e le logiche decisionali intelligenti migliorano la gestione delle richieste clienti, riducendo tempi di attesa e aumentando l’efficienza. Seguono le operations (22%) e l’amministrazione, finanza e controllo (18%).
Sul fronte organizzativo, il 43% delle aziende che hanno avviato progetti di automazione ha individuato figure di riferimento interne, mentre il 40% dispone di un team dedicato. Inoltre, il 54% ha attivato programmi di formazione per migliorare le competenze tecniche e analitiche dei dipendenti, sebbene le attività di automazione siano prevalentemente affidate a esperti IT. La presenza di specialisti in analisi e ottimizzazione dei processi è comune nel 50% delle aziende, mentre risultano meno diffusi i data scientist e gli esperti in User Experience o Robotic Process Automation.
Le aziende che adottano la Process Automation misurano i benefici principalmente in termini di riduzione dei costi operativi (62%), miglioramento della qualità dei processi (48%) e riduzione dei tempi di completamento delle attività (45%). Il 45% delle imprese che già utilizza l’automazione tradizionale intende integrare soluzioni di IA nei prossimi 12 mesi, mentre il 62% di quelle che già impiegano l’Intelligent Process Automation punta ad ampliare i processi automatizzati. Tuttavia, solo il 12% delle aziende considera la formazione una priorità e appena il 7% ha definito una roadmap strategica per l’automazione a livello aziendale.
Per quanto riguarda le piccole e medie imprese (PMI), l’adozione di tecnologie di Process Automation è ancora marginale, con solo il 9% che utilizza soluzioni di RPA e meno dell’1% che ha sperimentato l’IA per l’automazione. Tuttavia, il mercato sta evolvendo con soluzioni sempre più accessibili, progettate per rispondere alle esigenze delle PMI e ridurre i costi e le competenze necessarie per l’implementazione.
Un ruolo chiave nell’evoluzione dell’automazione dei processi è rappresentato dalle startup. A livello internazionale, sono state infatti censite 312 startup che sviluppano soluzioni di automazione basate sull’IA, con finanziamenti totali pari a 2,3 miliardi di dollari e un investimento medio di circa 9 milioni di dollari per startup. Le soluzioni più promettenti per gli investitori non sono solo le applicazioni verticali (come agenti specializzati per customer service, vendite o amministrazione), ma soprattutto le piattaforme che facilitano lo sviluppo, l’orchestrazione e il monitoraggio degli agenti automatizzati, rappresentando il 52% dei finanziamenti complessivi.
(Immagine di apertura: Shutterstock)