Roma: i dispositivi IoT a rischio attacco cyber sono quasi 300.000

Un report di Trend Micro ha analizzato il numero di dispositivi IoT a rischio attacco nelle grandi città europee e Roma è risultata essere la più “sicura”.

A Roma sono 296.786 i dispositivi a rischio attacco cyber e, se si sommano i sistemi a rischio presenti nelle capitali dell’Europa occidentale, si arriva a un totale che supera i 10 milioni. Questo è quanto emerge dall’ultima ricerca Trend Micro Western European Cities Exposed.

Lo studio ha analizzato i cosiddetti sistemi esposti, ovvero quei dispositivi IoT collegati a Internet che rispondo alle richieste sia tramite strumenti di gestione della rete o di enumerazione come un ping, sia tramite motori di ricerca internet come Shodan o simili. I sistemi esposti non sono per definizione vulnerabili o compromessi, ma il fatto che siano connessi significa che possono essere attaccati in qualunque momento.

I dispositivi esposti offrono ai possibili attaccanti una radiografia di come i dispositivi stessi siano utilizzati dalle aziende e dai governi e ciò può facilitare le operazioni di infiltrazione nella rete. I sistemi connessi a Internet spesso restano aperti a potenziali attacchi o perdite di dati perché non sono configurati correttamente.

dispositivi iot

Tuttavia, alcuni devono essere connessi per forza a Internet per poter funzionare correttamente o per abilitare l’accesso remoto per la risoluzione dei problemi e altre attività. I dispositivi a rischio possono provocare una fuga di informazioni private all’insaputa dell’utente, permettere il furto di dati critici aziendali e governativi, essere sfruttati per attacchi mirati o attacchi DDoS e anche essere presi in ostaggio nel corso di un attacco ransomware.

Per quanto riguarda la tipologia dei dispositivi, lo studio ha rivelato che nelle città esaminate sono a rischio, in totale, 58.000 punti di accesso wireless, 34.000 firewall e 28.000 webcam. Inoltre è stato rilevato un grande numero di stampanti accessibili pubblicamente da internet, che mettono potenzialmente a rischio le copie di dati sensibili, così come offrono agli attaccanti un punto per entrare all’interno delle reti aziendali. I sistemi operativi esposti maggiormente sono Linux (62%) e Windows (20%).

A Roma, che rimane comunque l’ultima in classifica tra le città esaminate dal report, si contano 217.109 web service, 2.890 email service, 2.595 webcam, 432 MySQL database, 154 router, 79 dispositivi VoIP e 29 registratori media esposti. Questo studio deve essere tenuto in particolare considerazione, considerando anche l’entrata in vigore del nuovo Regolamento Europeo sulla protezione dei dati (GDPR) nel maggio del 2018. I dispositivi a rischio innalzano infatti il rischio di subire una violazione di dati, severamente punita dal regolamento.

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Spesa IoT globale: nel 2020 varrà oltre un miliardo di dollari

internet of things
Le nuove stime di IDC sulla spesa IoT globale indicano una crescita notevole già nel prossimo anno, con una previsione di oltre un miliardo di dollari nel 2020.

IDC ha pubblicato nuove stime sulla spesa IoT globale, con una previsione per il 2018 di 772,5 miliardi di dollari (+16,4% rispetto alle stime del 2017) e di oltre mille miliardi di dollari nel 2020. A guidare la classifica delle categorie troviamo l’hardware con 239 miliardi di dollari, seguito dai servizi, dal software (+16,1% di spesa nel 2020) e dalla connettività.

I dati riportati nella nuova edizione della IDC Wordlwide Semiannual Internet of Things Spending Guide indicano anche che, a livello consumer, la spesa IoT maggiore sarà quella per la Smart Home (62 miliardi di dollari) e interesserà in modo particolare prodotti come sistemi di sicurezza (sensori di movimento e videosorveglianza) e impianti di automazione (tapparelle, luci, porte e finestre).

Sempre in ambito consumer l’incremento di spesa maggiore anno su anno riguarderà però gli elettrodomestici smart e connessi, sebbene il giro d’affari maggiori si concentrerà sulla IoT industriale. Qui infatti le voci di spesa maggiori nel 2018 saranno il manifatturiero (189 miliardi di dollari), i trasporti (85 miliardi di cui due terzi per il trasporto merci) e le utility (73 miliardi), con la spesa maggiore rivolta a reti intelligenti di distribuzione di elettricità, gas e acqua.

Sul versante geografico IDC stima che l’area Asia/Pacifico (Giappone escluso) guiderà la spesa IoT mondiale con 312 miliardi di dollari, seguita dal Nord America (203 miliardi) e dall’area EMEA con 171 miliardi di dollari. Il Paese che penderà di più in assoluto in IoT nel 2018 sarà la Cina (209 miliardi di dollari), mentre negli USA si spenderanno 194 miliardi di dollari soprattutto in manifatturiero e trasporti.

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