L’additive manufacturing al servizio della trasformazione digitale
La stampa 3D sta aiutando le aziende ad evolvere verso la digitalizzazione della produzione e un nuovo studio di HP ha evidenziato che l’additive manufacturing (AM) assume un ruolo centrale nell’abilitare questa transizione. Secondo la ricerca, il 96% degli intervistati ha dichiarato che la produzione additiva li supporta nell’accelerare l’introduzione di nuovi prodotti sul mercato.
Inoltre, il 100% riconosce l’importanza di incrementare la digitalizzazione dei propri processi produttivi e la capacità di realizzare parti on demand rappresenta il principale driver di questo approccio. Nei prossimi 12 mesi il 63% delle aziende che hanno partecipato all’indagine farà investimenti in digitalizzazione per un valore stimato tra i 100.000 ad oltre un milione di euro, riconoscendo l’efficacia di un ecosistema produttivo agile abbinato a funzionalità tecnologiche all’avanguardia.
“Nel settore del manufacturing è in corso una profonda trasformazione digitale” ha dichiarato Davide Ferrulli, Regional Manager HP 3D Printing France, Italy, Nordics. “Le aziende leader del futuro saranno quelle che si avvalgono della potenza di software, dati, IA e digital manufacturing per reinventare e personalizzare i prodotti e le esperienze dei propri clienti. La richiesta di questa tecnologia è aumentata esponenzialmente negli ultimi 15 mesi”.
Il report indica che la sostenibilità ha influenzato la decisione di digitalizzare i processi produttivi, con il 61% degli intervistati che la ritiene un driver determinante per la digitalizzazione. Inoltre, il 91% di loro osserva che la capacità di produrre parti on demand rappresenta un vantaggio importante e un ulteriore 79% ritiene l’additive manufacturing un supporto per le sfide della produzione, ad esempio per la capacità di adattarsi alla fluttuazione della domanda.
“Le funzionalità avanzate della stampa 3D stanno generando opportunità completamente nuove di disruption in tutti i settori e con un approccio decisamente sostenibile dal punto di vista ambientale, un fattore determinante per i produttori di oggi”, ha aggiunto Ferrulli. “La stampa 3D e la sua natura intrinsecamente flessibile promuovono un’economia più circolare.”
Il report mostra inoltre che l’additive manufacturing rappresenta un’opportunità chiave nella digitalizzazione dei processi di produzione industriale e il 96% degli intervistati considera la digitalizzazione una necessità per la quasi totalità dei processi di produzione. L’impiego dell’additive manufacturing nella realizzazione di parti industriali è considerato la soluzione per produrre componenti più economici e in modo più veloce.
Ulteriori dati evidenziano che:
- L’83% dei rispondenti utilizza l’additive manufacturing per la produzione di componenti e strumenti per realizzare beni capitali o altri strumenti di produzione
- Il 52% realizza già prodotti finiti completi, il che rappresenta l’attuale frontiera della produzione additiva.
Per i produttori italiani di parti industriali intervistati, il principale vantaggio della produzione additiva (60%) è stata la maggiore efficienza delle parti 3D. Inoltre, il 75% di essi considera la sostenibilità importante per la digitalizzazione dei processi produttivi e sempre il 75% prevede, nei prossimi 12 mesi, di investire in processi di digitalizzazione un valore stimato tra i 100.000 euro e oltre un milione di euro.
“Il nostro impiego della stampa 3D impatta su più processi” ha dichiarato Gilda Mura, Vice President di CSO, una delle aziende coinvolte nel report. “Il primo è la R&S, dove ci consente di diminuire significativamente il time-to-market; il secondo è relativo agli strumenti che utilizziamo nei nostri processi produttivi: prima della stampa 3D, dovevamo trovare un compromesso con i vincoli sulla fabbricazione delle attrezzature, ora non esistono più limiti. Il terzo è la produzione di componenti in plastica, che ci permette di non investire in stampi per piccole serie; ciò rappresenta un vantaggio fondamentale per la personalizzazione dei nostri dispositivi”.