Non c’è solo Iris² nell’orizzonte satellitare europeo. Anche Leonardo, Airbus e Thales stanno infatti esplorando una potenziale collaborazione strategica nel settore dei satelliti per competere con Stati Uniti e Cina. I primi esiti concreti di questa collaborazione, che va avanti da mesi, potrebbero emergere nelle prossime settimane, forse in concomitanza con la presentazione del nuovo piano industriale di Leonardo prevista per marzo.

Secondo quanto riportato dal Corriere della sera, il CEO di Leonardo, Roberto Cingolani, ha incontrato Guillaume Faury, CEO di Airbus, per approfondire le opportunità di collaborazione. Durante l’incontro, Cingolani ha ribadito l’importanza di unire le forze con partner europei come Thales e Airbus per affrontare un contesto competitivo sempre più sfidante.

Airbus e Thales stanno affrontando significative ristrutturazioni interne. Airbus ha pianificato oltre 2.000 tagli di posti di lavoro nella divisione Difesa & Spazio e Thales ridurrà il personale di 1.200 unità nei siti di Cannes e Tolosa entro fine anno. Queste misure, oltre a migliorare l’efficienza, potrebbero posizionare meglio le due aziende nel negoziato con Leonardo.

Leonardo Airbus Thales

Leonardo, già partner di Thales in Thales Alenia Space e Telespazio, ha recentemente lanciato una nuova e redditizia divisione dedicata allo spazio, con l’obiettivo di raggiungere entro il 2028 un fatturato di 1,4 miliardi di euro. Numeri importanti benché inseriti in un mercato già molto competitivo e in rapida espansione, stimato in 1.000 miliardi di euro entro il 2030. Anche per questo, secondo Cingolani, nuove partnership in Europa sono essenziali per condividere investimenti e tecnologie se si vogliono affrontare colossi come quelli creati da Elon Musk (Starlink) e Jeff Bezos (Project Kuiper).

Cingolani vede nella struttura di MBDA, principale consorzio europeo per la costruzione di missili e tecnologie per la difesa, un possibile modello per l’alleanza nello spazio. Questa configurazione permetterebbe infatti di condividere risorse e ordini senza che i Paesi debbano rinunciare a sovranità su attività strategiche, creando una joint venture in grado di ottimizzare i progetti europei e di sfidare i colossi USA evitando dispersioni di risorse.