Come difendersi dai nuovi ransomware in circolazione

Fino al 2020, la strategia principale per difendersi dal malware era quella di avere un backup dei dati che non fosse costantemente accessibile dalla rete. Il ransomware è quel tipo di malware che cifra i dati aziendali e che, in cambio della chiave necessaria a decifrarli, chiede un riscatto (solitamente in Bitcoin).
Una delle prime azioni che un ransomware tradizionale compie è quella di cercare e distruggere anche i backup. Per ovviare al problema, i backup vengono quindi conservati in server o supporti scollegati dalla rete.
Questa tecnica non è perfetta perché con backup asincroni e scollegati si perde la possibilità di recuperare i dati più recenti, solitamente quelli della giornata in cui si scatena l’attacco.
Inoltre, il ripristino di decine o centinaia di pc e server può bloccare le attività aziendali per giorni o settimane (la durata media dell’interruzione del servizio è di 21 giorni, secondo uno studio di Coveware di fine 2020). In ogni caso, di fronte alla possibilità di perdere tutti quanti i dati e l’accesso ai computer – magari necessari alla produzione – era una strategia accettabile.
La triplice minaccia dei nuovi ransomware
Diciamo “era”, perché i malware che circolano da un anno a questa parte sono completamente diversi da quelli del passato, e attuano due nuovi tipi di estorsione di fronte alle quali il backup non serve a nulla. Prima di cifrare i dati aziendali e far partire la richiesta di riscatto – rendendo evidente l’attacco – i nuovi ransomware rubano silenziosamente i dati, permettendo agli autori di andare alla ricerca di informazioni aziendali riservate o compromettenti (come segreti industriali, l’elenco dei clienti, documentazione interna, email…).
Quando il ransomware si manifesta, la minaccia a questo punto è su tre livelli:
- Perdere per sempre i dati aziendali, se non si ha un backup recente.
- Vendere i segreti industriali alla concorrenza, su siti che sono nati nel dark web proprio a questo scopo;
- Diffondere pubblicamente informazioni compromettenti, per esempio le informazioni personali dei clienti che potrebbero chiedere un risarcimento – anche come class action – per violazione del Gdpr.
È chiaro che, contro le ultime due azioni, avere un backup non serve più a nulla.
Come difendersi dal ransomware nel 2021
Il ransomware parte quasi sempre da un pc, attraverso l’apertura di un documento infetto inviato via mail a un dipendente (solitamente un Pdf o file di Word), o dalla visita di un sito compromesso (in questo caso, a volte il malware agisce unicamente in memoria, senza bisogno di scrivere file sul disco, eludendo i controlli di molti antivirus).
È quindi fondamentale individuare il malware in questo stadio, sul primo pc, e mettere in atto una serie di azioni per isolarlo e bloccarne gli effetti su tutta la catena: altri pc, condivisioni e rete. I prodotti che fanno questo tipo di attività sono chiamati Endpoint Detection and Response. La soluzione GravityZone di Bitdefender è uno strumento particolarmente efficace contro i ransomware, perché agisce su più livelli e nelle diverse fasi dell’attacco agendo per la prevenzione, il rilevamento precoce e il risanamento, con una serie di azioni mirate:
- Livelli multipli di blocco su endpoint e network, prima che il malware agisca (anche se presente solo in memoria)
- Livelli multipli di rilevamento con ispezione dei processi, monitoraggio dei registri e ispezione del codice
- Livelli multipli di ripristino con rollback efficace da macchina locale o sistema remoto
- Difese adattive Anti-exploit avanzate, che analizzano il comportamento del malware anche con machine learning configurabile
- Tecnologie di mitigazione dei rischi attraverso la correzione automatica delle vulnerabilità, delle configurazioni non corrette del sistema e del comportamenti degli utenti
- Backup a prova di manomissione, che non fa uso di copie shadow impedendo al ransomware di cancellare le copie di sicurezza
- Blocco dei ransomware da remoto e sulla rete, mettendo in blacklist gli indirizzi IP degli aggressori
- Pulizia a livello di tutta l’organizzazione, terminando i processi, rimuovendo il malware e mettendo in quarantena globale i file
Contro attacchi mirati e avanzati come quelli che si stanno vedendo, però, il semplice utilizzo di un prodotto non può bastare, se non è affiancato da un monitoraggio attento e costante da parte di personale competente. Non a caso, molti ransomware mirati entrano in azione nel weekend, quando lo staff IT non è presente.
Per questo, se l’azienda non dispone di un Security Operations Center attivo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, la soluzione migliore è quella di affidarsi a un servizio gestito di rilevamento e risposta agli attacchi informatici. A questo indirizzo potrai trovare più informazioni sulle soluzioni di Managed Detection and Response basate su Bitdefender GravityZone.